In questa giornata, memoriale di S. Giuseppina Bakhita, ricordiamo tutti coloro che sono vittima del traffico di esseri umani e con questo termine intendiamo il coinvolgimento nel reclutamento, il trasporto, il trasferimento, la custodia di persone, tramite l’uso della forza o altre forme di coercizione, di sottrazione, di frode, di inganno, di abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità o nell’atto di dare o ricevere qualche forma di pagamento o di altro introito per acquistare il consenso o il controllo di una persona su un’altra persona, allo scopo di sfruttamento, incluse le varie forme di sfruttamento sessuale, di lavoro, di schiavitù o di commercio di organi.
Facendoci aiutare dalle parole di don Oreste, vorremmo, per la giornata mondiale antitratta dell’8 Febbraio, fermarci a riflettere sullo sfruttamento sessuale, un orribile e purtroppo assai diffuso fenomeno che da troppo tempo è presente nella nostra società, per cercare di trovare spunti e forza per combatterlo.
“Allora ecco qual è il dato di fatto attuale. In Europa sono circa seicentomila donne schiave Ci troviamo di fronte a uno stupro di massa. Che sia stupro è ben chiaro perché le vittime sono schiavizzate, e proprio perché schiave sono date in pasto agli appetiti sessuali dei maschi italiani ed europei. Arrivano in Italia e in Europa per le più diverse motivazioni, da tutte le parti del mondo, ma una volta arrivate, tutte costrette a prostituirsi, poiché nessuna donna nasce prostituta.
Qua non possono godere della libertà perché non si possono spostare da dove sono. Debbono lavorare tutte ed incassare un certo quantitativo di denaro a serata, anche le ragazze incinte, sono inoltre obbligate a dire che sono libere, che tengono tutti i soldi per sé, e che sono maggiorenni. Sono sempre controllate, seguite, da criminali organizzati, di diverse nazioni per il massimo dello sfruttamento, perché la donna per loro è soltanto una macchina da piacere. Non è più donna, non vale più niente.
Non solo c’è questa schiavitù: la schiavitù familiare adesso sta andando in onda a Napoli, a Roma, a Milano. Voglio dirvi questo: sotto un certo aspetto m’interesso alla loro schiavitù per l’orrore e la sofferenza enorme, ma più di tutto mi interessa ogni donna. La donna è il fondamento dell’umanità. Il grado di evoluzione della storia di un popolo è in rapporto al grado di evoluzione della stima della donna e della sua funzione. La si misura da lì.
Quando si dice che è il mestiere più antico del mondo a me crepa il cuore. “Vergognati! – io dico – è l’ingiustizia distributiva più orribile del mondo”.
Allora chi sono i primi responsabili? Sono i cosiddetti clienti. In Italia sono nove milioni circa.
Il motivo è questo: queste ragazze sono tenute schiave dai criminali per dare il loro corpo a questi sfruttatori del sesso. Sono essi che cooperano con i criminali perché pagano quel corpo e i soldi vanno a finire ai criminali. Non è lecito collaborare! Io lo grido dappertutto.
Ma cosa aspettano i nostri giovani? Si deve pensare alle case chiuse per soddisfare i maschi? Non è tollerabile che vivano una doppia vita! Non è giusto, è imperdonabile questo! Dobbiamo cambiare il costume, rimettere in piedi la sacralità dell’unione della coppia! Dobbiamo dare importanza alla sacralità del corpo femminile! Dobbiamo rimettere in piedi la sacralità dei figli! Dobbiamo rimettere in piedi un nuovo modo di pensare, di sentire e di agire! Dobbiamo cambiare come popolo!
Forse io sono contro di loro? Io credo: mio fratello si salverà. Ma il peggiore atteggiamento è la debolezza di fronte all’ingiustizia. Io grido ai giovani – m’incontro spesso in tutta Italia con loro -: “Rendetevi insopportabile l’ingiustizia, non vi arrendete”.
In tutto il mondo cristiano, non solo in Italia, sta venendo questo decadimento generale.
Ormai ci si è assuefatti a vedere i non valori come valori quasi, e a dire: “Beh! Va così”. Ma come va così! Non è possibile. Dobbiamo fronteggiare!
Dove c’è debolezza lì c’è violenza, la fermezza è indispensabile per rinnovare il modo di essere umano.”