
Ospitalità nella canonica di Sant’Antonio di Savena e inserimento sociale di studenti e lavoratori in difficoltà, stranieri e non, e di persone che hanno deciso di fare un’esperienza di condivisione. All’interno della canonica è sempre ospite un nucleo familiare che, volontariamente, decide di passare alcune settimane all’interno di questa variopinta famiglia allargata.
La Storia
Nel 1203 per alloggiare e assistere i viandanti frate Abramo (un laico datosi alla vita religiosa senza far parte di un ordine regolare) realizzò un hospitale e per facilitare il transito sulla importante via di comunicazione costruì un ponte sul Savena. Ma accanto alla carità non poteva mancare il luogo della preghiera, il segno visibile della fede dove raccogliere una più vasta comunità di credenti: la chiesa. Zoen Tencarari, come ricorda la targa affissa sotto il portico della parrocchia di S. Antonio di Savena, fu il vescovo che ivi nel 1257 istituì il primo collegio per studenti ultramontani dell’università di Bologna.
Cosa è stato fatto
Riprendendo questa tradizione di accoglienza dei primi tempi, da una decina d’anni si sono riaperte le porte della casa canonica alla vita di comunità, condivisione, servizio civile, ospitalità e riflessione spirituale. Negli anni hanno condiviso la vita in canonica insieme con don Mario e gli altri sacerdoti e diaconi, alcune famiglie della parrocchia, diversi obiettori che hanno scelto e svolto il servizio civile, oltre a molti ragazzi in discernimento vocazionale provenienti dal seminario di Bologna o da altre realtà ecclesiali.
La vita di comunità prevede la condivisione, oltre che dei locali, anche della gestione della cucina e degli spazi collettivi. La giornata è incentrata su due momenti particolari che noi della canonica chiamiamo “le due tavole”. La tavola della preghiera e la tavola del mangiare. Questi sono i momenti in cui si cerca di stare maggiormente assieme ,condividendo le fatiche e le gioie della giornata e momenti di riflessione per esprimere il proprio stato d’animo e per rivedere la vita insieme.
Fino ad oggi sono stati ospitati e hanno ricevuto aiuto molte persone, in particolare studenti e lavoratori stranieri, ma anche portatori di handicap, ragazzi tossicodipendenti, ragazzi italiani in cerca di sistemazione. L’accoglienza dipende, più che dalla tipologia delle persone, dalla disponibilità di posto e di vita assieme. Il simbolo del modo in cui si concepisce l’accoglienza è il posto per Gesù a tavola. Quando si prepara da mangiare si prepara sempre qualche posto in più, sia per parrocchiani e amici sia per dare qualche pasto alle persone che quotidianamente suonano al nostro campanello.
Gli obiettivi
La nostra speranza è quella di continuare a condividere quanto più possibile questa esperienza di comunità anche con le famiglie della parrocchia sia nel periodo estivo che durante l’anno, cenando assieme o partecipando alle iniziative parrocchiali.
Per aiutarci
Si può partecipare al progetto Zoen Tencarari in diversi modi:
Vita di comunità: se sei un ragazzo che deve svolgere il servizio civile o se sei in discernimento vocazionale puoi scegliere di vivere con la comunità. In ogni caso puoi fare amicizia con questi giovani e farli partecipi del tuo tempo libero.
Se sei una ragazza/o: puoi invitare la tua comitiva a mangiare in canonica per far compagnia agli ospiti, cercando di inserire i giovani studenti nella tua comitiva di amici.
Se siete una famiglia potete svolgere un periodo di condivisione con gli abitanti della canonica per una intera settimana o venire a tavola con noi una o due sere al mese.
Sostegno economico al progetto: tutti gli abitanti della canonica sono chiamati a contribuire economicamente alle spese della vita insieme. Tuttavia si tiene conto delle disponibilità economiche di ognuno, per questa ragione il progetto di ospitalità non può vivere senza il tuo aiuto. Puoi sostenere il progetto con una donazione in denaro o in generi alimentari. Molte famiglie già ci preparano a turno qualcosa di buono…..Oppure, puoi adottare uno studente aiutandolo con una borsa di studio per il pagamento delle tasse universitarie e per l’acquisto dei libri di testo.